Quantcast
Channel: tradizione – Come Gesù
Viewing all articles
Browse latest Browse all 16

La Stampa – Cupich: “Amoris laetitia come nuovo paradigmaˮ

$
0
0

Onda segnala al blog questo articolo per la sezione Amoris Laetitia

***

Il cardinale di Chicago a Cambridge: «Alcuni fraintendono l’esortazione perché non prendono in considerazione la realtà in tutta la sua complessità»

«Sono convinto che alcune persone fraintendano Amoris laetitia semplicemente perché rifiutano di prendere in considerazione la realtà attuale in tutta la sua complessità». Lo ha detto nel pomeriggio di venerdì 9 febbraio 2018 al St. Edmund College di Cambridge il cardinale arcivescovo di Chicago Blase Cupich, al quale è stata affidata l’Annual del Von Hügel Institute. 

Cupich ha fatto proprie le parole usate all’inizio di gennaio dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, che in un’intervista aveva detto che l’esortazione Amoris laetitia «è scaturita da un nuovo paradigma che Papa Francesco sta portando avanti con sapienza, con prudenza e anche con pazienza». Parole contestate pochi giorni fa con un articolo su “First thingsˮ dall’analista politico cattolico statunitense George Weigel. 

Il cardinale Cupich ha innanzitutto fatto notare come la complessità della realtà vissuta oggi dalle coppie e dalle famiglie sia profondamente diversa da quella del passato. La Chiesa, come si legge nella costituzione conciliare Gaudium et spes, non può certamente ignorare questa situazione. Ecco dunque la necessità di «un approccio nuovo». Il «cambio di paradigma», secondo l’arcivescovo di Chicago, avviene nel documento papale pubblicato dopo il lavoro dei due Sinodi sulla famiglia attraverso alcuni principi interpretativi tra loro connessi e «una nuova ermeneutica» attraverso la quale la Chiesa è chiamata ad avvicinarsi alle famiglie. 

Cupich osserva che la vita familiare «è così significativamente cambiata» e che questo «non può essere ignorato». Ricorda l’«impoverimento del capitale sociale» rappresentato dalla famiglia, la vita frenetica che lascia meno tempo alla vita familiare, le difficoltà che colpiscono in modo particolare le mogli e le madri unita al fatto che per loro «tradizionalmente mancano uguali possibilità di accesso al lavoro e sono pagate di meno». La «mancanza di un sistema di sostegno familiare colpisce in particolare i giovani, che, per una serie di motivi, spesso si sentono spinti a ritardare il matrimonio». Il rimandare le nozze «porta i giovani a convivere, a volte senza un fermo impegno nei confronti del matrimonio». Il Papa con Amoris laetitia, spiega il cardinale, tiene conto di tutto ciò e chiede di cambiare il «modo in cui ci avviciniamo e pensiamo al nostro ministero verso le famiglie». 

Cupich riassume quindi i principi essenziali di questa «nuova ermeneutica». Innanzitutto il fatto che la famiglia è un luogo privilegiato nel quale Dio si rivela. Il cardinale ricorda che bisognerà allontanarsi da «una presentazione astratta e idealizzata del matrimonio», riconoscendo che se «le famiglie sono un luogo privilegiato dell’autorivelazione e dell’azione di Dio, allora nessuna famiglia dovrebbe essere considerata priva della Sua grazia». L’azione di Cristo, continua l’arcivescovo di Chicago, si rivela anche negli «imperfetti tentativi di amore e compassione che permeano la vita ordinaria» delle famiglie. E bisogna ammettere, come si legge nel documento, che «non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante». 

Nella sua relazione, il cardinale ha quindi presentato un altro principio, quello secondo il quale la «Chiesa sinodale accompagna le famiglie equilibrando l’insegnamento e l’apprendimento», e dunque ci dovrebbe essere «maggiore attenzione alle voci dei laici, specialmente su questioni riguardanti il matrimonio e la vita familiare». Ciò significherà anche «rifiutare un modo autoritario o paternalistico di trattare con persone che fissano la legge, che pretendono di avere tutte le risposte, o di avere risposte facili a problemi complessi» e che ritengono che «le regole generali porteranno subito chiarezza immediata o che gli insegnamenti della nostra tradizione possano essere preventivamente applicati alle particolari sfide che devono affrontare le coppie e le famiglie». Al posto di tutto ciò «sarà necessaria una nuova direzione», che preveda il ministero della Chiesa «come accompagnamento, un accompagnamento segnato da un profondo rispetto per la coscienza dei fedeli». 

La Chiesa, come si legge in Amoris laetitia, non rinuncia a proporre l’ideale pieno del matrimonio, «il piano di Dio in tutta la sua grandezza». Allo stesso tempo, l’obiettivo principale è l’accompagnamento «non il perseguimento di un insieme astratto e isolato di verità». Questo, secondo Cupich, «rappresenta un importante cambiamento nel nostro approccio», un cambiamento «a dir poco rivoluzionario». 

Un terzo principio riguarda l’importanza della coscienza dei fedeli, che è essenziale nel discernimento. Il punto di partenza per il ruolo della coscienza in questa «nuova ermeneutica», spiega il cardinale, è ancora una volta Gaudium et spes, là dove identifica la coscienza come «il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità». «Se presa seriamente – osserva Cupich – questa definizione richiede un profondo rispetto per il discernimento delle coppie sposate e delle famiglie: le loro decisioni di coscienza rappresentano la guida personale di Dio» per le particolarità della loro vita familiare. E la voce della coscienza, come recita l’esortazione papale, «può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo». Pur rimanendo la persona chiamata a crescere e a prendere decisioni per realizzare pienamente l’ideale cristiano. 

Proprio in considerazione di ciò, il Papa, osserva Cupich, «incoraggia i pastori numerose volte nel corso dell’esortazione a esercitare un attento discernimento. I pastori, adeguatamente formati e sufficientemente familiari con le circostanze particolari di coloro che sono coinvolti in questo processo di discernimento, devono tenere conto della complessità delle varie situazioni». 

Ecco quindi la necessità del successivo principio, quello secondo il quale bisogna ascoltare le preoccupazioni dei fedeli, mostrando compassione e vicinanza alla fragilità delle persone, senza proporre un ideale troppo astratto e lontano dalle possibilità delle famiglie reali. Ancora, ed è un altro principio, bisogna riconoscere la grande varietà di situazioni concrete, che richiedono un «discernimento personale e pastorale responsabile», riconoscendo che «il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi» e dunque «le conseguenze o gli effetti di una regola non devono necessariamente essere sempre gli stessi». «Il risultato – commenta Cupich – non è il relativismo, o un’applicazione arbitraria della legge dottrinale, ma un’autentica ricezione dell’autorivelazione di Dio nelle concrete realtà della vita familiare e dell’opera dello Spirito Santo nelle coscienze dei fedeli». 

Infine, l’arcivescovo di Chicago osserva come Amoris laetitia colleghi «la tradizione e l’esperienza, l’insegnamento e la pratica in un modo che risponda meglio alle realtà che le persone affrontano nella loro vita quotidiana». E tutto ciò, in fondo non è nuovo, ma recupera «un modo di pensare l’insegnamento e la pratica della Chiesa che ha le sue radici nella nostra tradizione». 

Andrea Tornielli

Tratto da LaStampa.it

L'articolo La Stampa – Cupich: “Amoris laetitia come nuovo paradigmaˮ proviene da Come Gesù.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 16

Latest Images

Trending Articles